Ci sono tanti buoni motivi per programmare un viaggio in Uzbekistan…

 

1) È il paese più ricco di storia dell’Asia Centrale
È la nazione più ricca di storia fra tutte le repubbliche dell’Asia Centrale e ospita alcune delle città più antiche del mondo: Samarcanda, Bukhara e Khiva sono musei a cielo aperto. Abitato da popolazioni sedentarie anziché nomadi come le altre dell’area, l’Uzbekistan si è sempre distinto, e sfruttò la Via della Seta per sviluppare città fiorenti, economicamente e culturalmente.

 

2) Samarcanda, dalla risonanza mitica pari a quella di Atlantide
Nota ai Greci come Makaranda, è la realizzazione del sogno di Timur, colui che conosciamo come Tamerlano (1336-1405). La città passò da un impero all’altro, più o meno ogni due secoli, e venne rasa al suolo da Gengis Khan nel 1220; ma nel 1370 Tamerlano la scelse come capitale del suo impero e la fece sbocciare. A 710 mt d’altezza, Samarcanda è un luogo magico: minareti, cupole e maestosi monumenti la rendono uno dei luoghi più sognati al mondo.

 

3) Monumenti straordinari che ammaliano i viaggiatori più esperti
A Samarcanda si rimane estasiati al cospetto del Registan, complesso di madrase – le scuole islamiche – con una profusione di maioliche e mosaici azzurri. La più antica risale al 1420, dedicata a Ulughbek, in realtà più famoso come astronomo che come sovrano; la madrasa di Sher Dor, decorata con felini a dispetto del divieto islamico di raffigurare esseri viventi; la secentesca madrasa di Tilla-Kari, rivestita d’oro. La tradizione vuole che le donne che passino sotto il leggio della moschea di Bibi-Khanym avranno molti figli. Vicino alla moschea sorge il Siab Market, vivace torre di Babele, e ad est della moschea c’è un luogo molto suggestivo, la strada delle tombe, realizzate in maiolica; quella di Qusam ibn Abbas, cugino di Maometto, è un importante meta di pellegrinaggio.

 

4) Quelle cupole blu che fanno sognare
La forma più spettacolare di decorazione dell’Asia Centrale è rappresentata dalle piastrelle colorate, capaci di conferire leggiadria anche agli edifici più imponenti. Colori volutamente brillanti per risplendere sotto i raggi del sole del deserto, tonalità turchese, cobalto, verde e kaki. Motivi geometrici, astratti, calligrafici e floreali hanno ingentilito le più grandi opere di architettura e fatto sognare visitatori da tutto il mondo.

 

5) La fortezza che cambia con le diverse ore della giornata
Il mausoleo di Ismail Samani, a Bukhara, completato all’incirca nel 905 d.C., ha muratura in terracotta: man mano che col passare delle ore si allungano le ombre, si crea l’effetto ottico di una forma che muta. In realtà le sue mura sono molto resistenti; spesse due metri, sono sopravvissute undici secoli senza restauri. Il mausoleo è all’interno dell’omonimo parco, dietro al quale si possono vedere i tratti rimasti delle mura cittadine, 2 km rispetto ai 12 di un tempo. Bukhara è un gioiello, con la sacra moschea Maghoki-Attar, e il minareto Kalon, che all’epoca era il più alto dell’Asia Centrale e che per questo suo potere venne risparmiato dalla furia devastatrice di Gengis Khan.

 

6) Dal figlio di Noè alla tratta degli schiavi
La leggenda vuole che la città di Khiva venne fondata quando Sem, figlio di Noè, scavò un pozzo in questa zona, che la gente chiamò Kheivak. Il khanato per tre lunghi secoli è stato tristemente famoso per il mercato degli schiavi. Oggi a Khiva ci concentriamo sulle pregevoli architetture della città vecchia (Ichon-Qala), ancora avvolta dalle mura in fango del XVIII secolo. A partire dalla fortezza e residenza dei sovrani Kukhna Ark, con la moschea estiva in piastrelle bianche e blu e dalla copertura rossa arancione e oro; con la zecca ora museo dove le banconote sono stampate su seta; con la sala del trono e il bastione Oq Shihbobo da cui si gode il panorama. Da visitare a Khiva anche la grande moschea Juma, il cui tetto è sorretto da 218 colonne in legno, la madrasa e il caravanserraglio di Alloquli Khan (che risalgono all’Ottocento, periodo di massimo splendore della città), il bazar dove trovare ceramiche a poco prezzo. E non è tutto: il palazzo Tosh-Khovli, con l’harem e sontuose decorazioni in ceramica, pietra e legno, il minareto Islom-Huja con i suoi 118 scalini che conducono ad ammirare il deserto di Karakum, e il mausoleo di Pahlavon Mohammed, il poeta, filosofo e lottatore che divenne patrono della città.

 

7) L’oasi della frutta e della seta
La Valle di Fergana – 220.000 kmq – è una grande oasi con il terreno più fertile e il clima migliore di tutta l’Asia Centrale, dove vive un terzo della popolazione uzbeka. La valle è coltivata a campi di cotone, circondati da alberi di gelso, punteggiati da orti e villaggi; con i suoi frutteti e i canali d’acqua emana una sensazione di pace. Gente ospitale, bazar variopinti, e l’opportunità di portarsi a casa la migliore seta; a Margilan infatti – fondata attorno al I secolo a.C. – c’è la fabbrica più famosa del Paese, la Yodgorlik, che utilizza ancora per la produzione gli antichi metodi tradizionali.

 

8) Il nodo di tutta l’Asia Centrale
Tashkent
, la capitale, è il nodo dell’Asia Centrale, nonché la città più grande e cosmopolita. A un’altitudine di 480 mt, la sua fisionomia mutò radicalmente dopo il 1966, anno di un violento terremoto. Da vedere il Bazar Chorsu, enorme mercato all’aperto che si tiene tutti i giorni, la moschea di Khast Imon nella cui biblioteca è custodito il Corano più antico del mondo, il museo delle Belle Arti dell’Uzbekistan.

 

9) Non badare al colesterolo…
Meglio non pensarci infatti quando si gustano i piatti nazionali. Plov, che ha un centinaio di varianti, consiste in riso cotto a vapore con burro e carote, mescolato a carne di montone. Sempre a base di carne gli spiedini Shashlyk, i fagottini Samosa, il rotolo ripieno Hunon o Honum, il brasato Dimlana. Per i vegetariani il pane non lievitato Nan, la zucca al vapore, le foglie di vite ripiene di pomodori, peperoni e mele cotogne, e ogni genere di frutto: mele, uva, albicocche, prugne, ciliegie, melograni, angurie e meloni.

…pronti per partire?

 

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