ZOROASTRO, CHE NON C’ENTRA CON L’OROSCOPO…

Sapete chi ha postulato una delle prime religioni monoteiste al mondo? Zoroastro (o Zarathustra), profeta e mistico iraniano che ipotizzò l’esistenza di un Dio onnipotente: Ahura Mazda. Curioso che conosciamo meglio il nome del profeta di quello della divinità, no?

“Buoni pensieri, buone parole, buone azioni” è la sintesi estrema della filosofia di Zoroastro, che invitava a rispettare al massimo l’ambiente naturale e il cui simbolo è l’uomo-uccello.

Stiamo parlando del 1000, 1500 a.C., ma lo zoroastrismo è ancora seguito da circa 150.000 persone nel mondo. Di cui 5500 vivono a Yazd, città iraniana incastonata fra due deserti, e che dal 470 d.C. tengono accesa la fiamma della fede nel Tempio del Fuoco; meta ogni giugno di un pellegrinaggio importante, il tempio non è l’unica attrattiva di Yazd.

Il centro della città è uno dei più antichi al mondo secondo Unesco; con le sue case in mattoni di fango essiccato e il dedalo di vicoli, è ancora originale. Yazd scampò infatti alla furia di Genghis Khan e Tamerlano e fiorì per secoli, grazie alla mirabile produzione di seta e alla sua posizione lungo importanti rotte del commercio. Seta che per qualità impressionò anche Marco Polo.

Sono da ammirare i Badgir, Torri del Vento: mirabile esempio del sistema in uso nel Golfo Persico di incanalare l’aria per creare un condizionamento naturale. Così come va visitata la Moschea del Jameh – con splendide maioliche azzurre e minareti che svettano per 48 metri – e il Complesso di Amir Chakhmaq, dall’architettura insolita in Iran; nei suoi pressi, sul lato nord, si allenano i body builder, il cui centro sportivo si trova attorno a una cisterna del 1580.

Senza parlare di Palazzo Dowlatabad, esempio di estetica islamica del XVIII secolo e di ingegneria zoroastriana. Perché in effetti gli zoroastriani erano ingegneri e inventarono un sistema di irrigazione che canalizzava l’acqua per l’agricoltura: a Yazd mangerete i melograni più succosi del Paese.

Quindi: camminate, fotografate, assaggiate i melograni, comprate seta e guardate gli abiti delle donne zoroastriane; le riconoscerete perché i colori sono bianco, crema e rosso, con disegni gialli sul copricapo.

Quando tornate diteci la vostra sulla leggenda che vuole che i Magi siano partiti da qui per Betlemme…

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